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Quasi tutti noi, anche inconsapevolmente, usiamo ogni giorno prodotti tecnologici basati sulle applicazioni matematiche di Eulero o, nella formazione scolastica, abbiamo incontrato le sue formule e dimostrazioni. Pochi sanno tuttavia che gran parte delle sue ispirazioni iniziali vennero dalle inaspettate quanto illuminanti esperienze navali, spinto dal monarca prussiano Federico II prima e dalla zarina Caterina II poi, per migliorare le loro flotte. Nell'autunno del 1778, a settantun' anni, ormai quasi cieco, Eulero, stimatissimo e conosciuto ovunque in Europa, sta riordinando ed annotando, nello studio della sua casa a S. Pietroburgo, i propri appunti di circa sessant'anni di lavoro; aiutato dal figlio Karl Johan e dal giovane nipote Nikolai Fuss, entrambi matematici, intende lasciarne una memoria ordinata, un "regalo non ingrato", per usare le sue parole. Nello stesso autunno un giovane pittore tedesco poco più che trentenne, J.F. Auguste Darbès, ha da poco completato il suo ritratto, l'ultimo, dopo averne tratteggiato un studio a matita. Di questi suoi studi ci parla in prima persona il grande matematico in questo breve scritto che intende condensare, in modo aderente ai suoi lavori ed all'autobiografia, alcune delle sue intuizioni e contributi alla scienza ed alla tecnologia, ancora del tutto attuali, ed in particolare alla progettazione navale e nautica del secolo dei Lumi, avviati e consolidati dalle esperienze vissute sui vascelli settecenteschi.